le barche dei migranti
Le barche dei migranti, ex campo sportivo - Lampedusa.
Ammassate, sovrapposte, in questo non-luogo, quelle che una volta erano barche assumono tutt’altro significato.
Fuori dal loro ambiente naturale, quelle piccole imbarcazioni di legno si mostrano in tutta la loro fragilità.
Entrando in questo spazio la prima cosa che si avverte è lo strano silenzio che avvolge tutto. Il silenzio che, probabilmente, ha accompagnato gli uomini e le donne che hanno attraversato il mare in cerca di un futuro.
Per giorni, in alcuni casi settimane, in centinaia schiacciati su quelle tavole, senza parlare, senza respirare. Immobili con gli sguardi fissi sulla prua in cerca di un segno hanno impregnato il legno di quelle piccole imbarcazioni con le lacrime, il sudore e, a volte, la vita stessa.
Su quei legni, graffiati, sverniciati, si leggono le storie di ciascuna di quelle persone che hanno deciso di scommettere sul futuro mettendo sul piatto la loro vita.
Ora, di quelle vite, rimane solo qualche piccola traccia.
Read MoreAmmassate, sovrapposte, in questo non-luogo, quelle che una volta erano barche assumono tutt’altro significato.
Fuori dal loro ambiente naturale, quelle piccole imbarcazioni di legno si mostrano in tutta la loro fragilità.
Entrando in questo spazio la prima cosa che si avverte è lo strano silenzio che avvolge tutto. Il silenzio che, probabilmente, ha accompagnato gli uomini e le donne che hanno attraversato il mare in cerca di un futuro.
Per giorni, in alcuni casi settimane, in centinaia schiacciati su quelle tavole, senza parlare, senza respirare. Immobili con gli sguardi fissi sulla prua in cerca di un segno hanno impregnato il legno di quelle piccole imbarcazioni con le lacrime, il sudore e, a volte, la vita stessa.
Su quei legni, graffiati, sverniciati, si leggono le storie di ciascuna di quelle persone che hanno deciso di scommettere sul futuro mettendo sul piatto la loro vita.
Ora, di quelle vite, rimane solo qualche piccola traccia.